Spergola, storia di un vitigno ritrovato




Un ulteriore allargamento ai comuni di Casalgrande, Castellarano e Viano, un percorso in Docg per spingere ulteriormente la valorizzazione del prodotto e la creazione di un’unica bottiglia per tutti i produttori. La Spergola non si ferma e punta tutto sulla propria distintività.
La Compagnia della Spergola, nata proprio per valorizzare l’antichissimo vitigno, riunisce oggi otto cantine produttrici. Quattro di loro (Casali Viticultori, Società agricola Aljano, Azienda Vinicola Alfredo Bertolani e Società cooperativa Emiliawine) hanno aderito alla Compagnia da quando questa venne fondata, l’8 maggio 2011, firmando il protocollo insieme al Comune di Scandiano e alla Provincia di Reggio. Le altre quattro cantine, Cantina Fantesini, Azienda Agricola Reggiana, Cantina Collequercia e Cantina Sociale di Puianello e Coviolo, insieme ai loro comuni di appartenenza, Bibbiano, Albinea e Quattro Castella, si sono unite nell’agosto 2016. Da allora, della Compagnia fanno parte le realtà che lavorano su 100 ettari totali censiti di Spergola.
Ma il futuro potrebbe vedere un ulteriore ampliamento, sempre nella filosofia che la Compagnia esprime: quello di favorire la sensibilizzazione verso il vino Spergola attraverso la capacità dei propri produttori di fare rete e di presentare coesi il proprio territorio, incrementando di conseguenza anche l’economia e il patrimonio locali.
«Potremmo assistere anche ad un ulteriore allargamento – riferisce Davide Frascari, presidente di Emilia Wine – dal momento che i Comuni di Casalgrande, Castellarano e Viano hanno manifestato la volontà di entrare a far parte della Compagnia. I contatti sono già in corso. Tanto più che Casalgrande sarebbe il secondo comune per superficie dedicata al vitigno».
Prosegue Frascari: «Crediamo moltissimo in questo progetto di valorizzazione, proprio perché il valore aggiunto è quello del legame tra prodotto e territorio. Anche al Vinitaly 2018, dove saremo presenti grazie al sostegno delle amministrazioni comunali e del Consorzio dei Vini Reggiani con uno stand nostro nel corridoio centrale del padiglione Emilia Romagna quindi in posizione privilegiata, ci presenteremo come “Spergola e territorio”, non come cantine singole. Anche questo passo fa parte del grande progetto che ci ha visto levarci di dosso l’abito dei nostri propri marchi per condividere un valore che è di tutti, per andare oltre alle cantine e alle etichette».
Un’ulteriore ambizione per Frascari sarebbe quella «di creare un’unica bottiglia per tutti i produttori, che poi presenterebbero ciascuno con il proprio vino e il proprio marchio. Anche questo aiuterebbe molto ad indirizzare il consumatore».
Oggi alla Compagnia spetta infatti un grande lavoro di comunicazione. «Ma anche di tutela della denominazione Spergola», puntualizza il produttore. «Non è un caso che il Ministero delle Politiche Agricole abbia affidato proprio al Consorzio dei Vini Reggiani questo compito. Oggi poi stiamo valutando un percorso in Docg per spingere ulteriormente la valorizzazione del prodotto, individuando una sottozona della Doc che esprimerà il massimo della potenzialità ovvero darà un prodotto ancora più pregiato».
Tipico vitigno della zona di Scandiano, vinificato sia fermo che frizzante, la Spergola trova la sua massima espressione come vino spumante. Chiamato per molto tempo “Bianco di Scandiano”, col suo inserimento nel 2001 nel Registro nazionale delle varietà di vite viene definito oggi semplicemente Spergola.
«Le sue origini sono antichissime – ricorda Giorgio Monzali, presidente della Compagnia della Spergola – dato che le prime fonti scritte risalgono al 1580 con la granduchessa di Toscana, Bianca Cappello, che cita “il buon vino bianco di Scandiano”. Ma abbiamo motivo di ritenere che questo vitigno si trovi nella collina reggiana da tempi ancora più remoti, già nel periodo di Matilde di Canossa. Noi abbiamo assunto la grande responsabilità di far conoscere alle nuove generazioni questo grande patrimonio, che si snoda tra storia, territorio, materia prima di qualità ed anche biodiversità».
Le due foto in alto sono di Silvia Degani.
Alessandra Ferretti, La Voce di Reggio 10 marzo 2018


Commenti