Maria Teresa d’Austria la importò a Lentigione, ecco la Prugna Zucchella 100% made in Reggio Emilia


Era il frutto preferito di Maria Luigia d’Austria, che la importò nel suo ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Oggi, la Prugna Zucchella di Lentigione di Brescello è coltivata, raccolta e lavorata al 100% in provincia di Reggio Emilia. 
Si tratta di una cultivar autoctona del territorio, che riunisce circa una decina di produttori per una produzione di 300 quintali circa di prugne e di qualche migliaio di vasetti. Dal 2007 questa varietà è promossa dall’Associazione per la valorizzazione della Prugna di Lentigione, costituita con lo scopo di salvaguardarne la tipicità. Non a caso, la coltivazione e la raccolta delle prugne avvengono a Lentigione, mentre la cottura e il confezionamento avvengono a Carpineti, in un laboratorio di lavorazione ad hoc.
Le decisione di produrre marmellata dalle prugne di Lentigione risale a dieci anni fa. Come spiega Andrea Artoni, vicepresidente dell’Associazione, «mio padre Gianmario ha sempre avuto l’idea fissa di preparare e vendere la marmellata. Il nostro presidente, Enzo Soliani, fu il primo a capire che la cosa era fattibile. Fu poi grazie a Giuseppe Vezzani, allora sindaco di Brescello, che questa idea poté concretizzarsi».

Oggi si distinguono due tipi di marmellata. La linea classica prevede l’aggiunta di 100 g circa di zucchero per kg e viene proposta nei formati da 330 g, 800 g e 1,8 kg. La linea senza zucchero, essendo più delicata dal punto di vista della conservazione, è confezionata nel solo vasetto da 300 g. Entrambe le tipologie non hanno alcuna aggiunta di coloranti, edulcoranti, pectina e via dicendo.
Aggiunge Artoni: «La messa sul mercato della marmellata ha reso economicamente sostenibile la coltivazione della varietà Zucchella. E pensare che l’origine della marmellata viene dalla pratica del popolo di andare a raccogliere le prugne che cadevano a terra e che oggi sono apprezzate dai palati sopraffini. Nella mia famiglia siamo coltivatori di prugne da sempre, l’esperienza ce la siamo tramandata di generazione in generazione. Ricordo come mio padre diceva che era bene iniziare a vendere le prugne “quând al rezdōri cumîncen a bòjer”, vale a dire quando le donne di casa iniziavano a fare le marmellate. Ma fare la marmellata oggi è un vero e proprio lavoro e così noi dell’Associazione abbiamo pensato di produrla per tutti».
La prugna di Lentigione sembra ideale per produrre marmellate. Il motivo lo spiega ancora Artoni: «Questo frutto presenta un altissimo contenuto di zuccheri. La terra di qui vanta, infatti, caratteristiche organolettiche che rendono la prugna Zucchella ancora più buona. Per questo motivo il comune di Brescello ha fortemente voluto che noi produttori ci riunissimo, anche i più piccoli. L’idea è valorizzare la prugna che nasce proprio qui. Finora ci confondevano con quelle del parmense. Buonissime anche quelle, ma la nostra è una prugna speciale. Lo aveva capito anche Maria Luigia».
Sembra infatti che sia stata proprio Maria Teresa d’Austria a importarla, quando il suo ducato si estendeva fino alla zona di Guastalla. Le susine furono portate qui dalla manodopera di origine slava che aveva chiamato nelle sue terre.

Proprio in questo fine settimana, nell’ambito della mostra mercato del giardinaggio, “Nel segno del Giglio”, l’Associazione ha presentato un nuovo prodotto, “Bontà alcolica”, prugna sotto spirito col marchio dell’Associazione.  

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