Il lusso della semplicità. Lo Chef Gianni D'Amato interpreta il Franciacorta Enrico Gatti

Il lusso della semplicità. Nel suo Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia lo Chef Gianni D’Amato ci scommette e fa centro. Venerdì 22 ottobre si è tenuta la prima di una serie di serate a tema dal titolo “Un Tavolo per Venti”, attorno al quale si sono sedute, appunto, venti persone tra loro sconosciute, accomunate semplicemente dalla passione per il cibo e il vino di qualità e per la voglia di condividerli.
A fare da “collante” è stato, per questa prima serata, il Franciacorta della cantina Enrico Gatti, di Erbusco (BS). Il cui titolare, Lorenzo Gatti, seduto tra i commensali, ha sì presentato quattro dei suoi vini (Brut, Satén, Nature e Millesimo), ma soprattutto ha condiviso con i presenti aneddoti, curiosità, racconti e passione.
Perché una formula così inusuale? «Perché la felicità sono il vino e il cibo – risponde D’Amato – e lo stare bene in un’atmosfera gioviale. Perché si cerca la qualità della vita, che io credo sia data anche da questi ingredienti. I più veri, i più semplici».
Al centro del tavolo “una storia da raccontare”. Quella di un imprenditore oggi di successo, che al tempo del servizio militare non aveva la minima idea di cosa fare nella vita e che per passione entrò nell’azienda fondata dal padre, Enrico Gatti. Questi nel 1975 aveva acquistato il suo primo appezzamento, per realizzare un vigneto ad uve rosse. Nel 1986 Lorenzo Gatti, insieme a quello che sarebbe diventato di lì a poco suo cognato, Enzo Balzarini, diede vita al sogno di produrre bollicine con il primo Franciacorta prodotto nella vendemmia di quell’anno. «Da allora è rimasta intatta la volontà di produrre la qualità e non la quantità – racconta Gatti -, mantenendo limitato il numero delle bottiglie ed evitando ad esempio, quando l’annata non si profila perfetta, la produzione del nostro Millesimo».
Per la serata lo chef D’Amato ha proposto un menù inedito di piatti mai provati prima, ispirato anzitutto dai profumi dei quattro Franciacorta proposti.
«Un tempo ci si riuniva attorno al desco familiare – ricorda Fulvia Salvarani, contitolare del Caffè Arti e Mestieri – in un’atmosfera di giovialità, condivisione, allegria. Cose che oggi non solo si danno per scontate, ma forse, proprio per la loro semplicità, non ricevono il tempo e il valore che meriterebbero. La filosofia di Gianni e mia, improntata da sempre alla semplicità e alla passione del cucinare e del far stare bene, va invece proprio in questa direzione. Non è l’immagine a fare un cuoco, ma quello che c’è dietro. E ciò che sta dietro di noi è tutto qui: il lusso della semplicità».

Il prossimo appuntamento vedrà, venerdì 27 ottobre, al centro del “Tavolo per Venti” Enrico Cascella, titolare dell’azienda Villa Spinosa produttrice di Amarone, mentre, a fine novembre, sarà la volta di una cantina di casa nostra, la Medici Ermete, che al tavolo dialogherà con l’eclettico scrittore (cavatore) Alvise Lazzareschi, autore del libro “La casa del colonnello”. 

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