Dalla contessa Fossa ad un nuovo spazio sensoriale per mostrare l’unicità del Balsamico Tradizionale di Reggio

Dalle sei botti in rovere regalate dalla contessa Fossa alla famiglia Colli nei primi del Novecento nasce oggi un laboratorio sensoriale in centro città per un’esperienza olfattiva, gustativa e visiva dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e dei condimenti di mosto cotto biologico affinato in legni pregiati. Artefice dell’impresa è Marcello Colli, titolare di ACETARE, piccola acetaia di Montecavolo tra le più conosciute di Reggio Emilia, oltre che fondatore e titolare dello Studio Colli & Colli, design d’interni e progettazione di illuminazione. 

«In quest’esperienza che sto portando avanti – racconta Colli – ho cercato di fondere le mie due anime, quella di custode di un tesoro di famiglia (l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop) e quella di creativo (come designer d’interni e di illuminazione). Il risultato è uno spazio di 100 mq nel cuore della città, a metà strada tra il centro e la Medio Padana, dove entro l’estate troveranno collocazione una batteria tradizionale e le botti di condimento biologici ovvero “aceto di mosto cotto”, un luogo per clienti ed estimatori dove vivere l’esperienza di un prodotto unico, legato alle nostre tradizioni».
La passione di Marcello Colli per il balsamico tradizionale reggiano gli è stata tramandata dalla sua famiglia. 

«Negli anni ’70 – racconta – mio padre Enrico rimise in attività sei botti che erano state conservate in soffitta. Erano state regalate a mia nonna dalla contessa Fossa di Reggio, che abitava nei pressi di via Roma, dove i miei nonni avevano una bottega di alimentari. Probabilmente si conoscevano per questo. Le botti erano già state utilizzate per l’aceto Balsamico Tradizionale e, dopo anni di inattività, sono state rimesse in uso dando di fatto inizio all’acetaia della famiglia Colli». 
ACETARE conta 150 botti di “tradizionale” e fin dalla sua nascita è parte del Consorzio Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, di cui Enrico Colli è stato cofondatore nel 1986. Oggi Marcello è membro del cda e assaggiatore ufficiale. «La nostra – riferisce Colli – è sempre stata una produzione di nicchia e limitata alla ricerca della qualità. Questo è anche il concetto che vorrei esprimere con la mia nuova attività: offrire al mondo un tesoro di famiglia, non solo come prodotto finito da consumare, ma anche come esperienza per coglierne a pieno la storia, la lavorazione e le caratteristiche uniche e distintive. Le dimensioni dell'acetaia familiare possono ospitare al massimo tre o quattro visitatori. Da qui l’esigenza di creare uno spazio per far vivere un’esperienza sensoriale ad hoc e raccontare una storia millenaria».
Per questo è nato il laboratorio sensoriale ACETARE, adiacente allo Studio Colli, in viale Regina Margherita. Qui il designer ha progettato personalmente lo spazio: il tavolo in legno nero da degustazione, l’illuminazione dello spazio, le scaffalature in legno chiaro e scuro da abbinare alle botti, la grafica delle boccette.
«Ho messo la mia professionalità al servizio della mia passione», racconta Colli. «Credo che non esista nulla di più affascinante di un prodotto che unisce una storia così prestigiosa ad una modernità così forte. In questo spazio emozionale verranno comunicati i valori della tradizione uniti ad un’esperienza da vivere in prima persona, per capire come il prodotto si trasforma a contatto con le diverse essenze delle botti e come si affina col trascorrere del tempo di invecchiamento». A fianco dei due locali principali è stata allestita una piccola cucina, che permetterà di rendere più completa l’esperienza della degustazione. 
La passione di Colli ha fatto breccia anche nel cuore della quarta generazione di famiglia: soprattutto le figlie maggiori di 13 e 15, Sofia e Alice, accompagnano con piacere Marcello in acetaia, mentre il figlio più piccolo, Martino, di 7 anni, assiste spesso il papà nei suoi controlli sul prodotto.  

«Non è un caso – conclude Colli – che anche i più giovani siano affascinati da questo mondo. E’ difficile restare indifferenti a valori come la tradizione, la qualità e l’unicità, soprattutto nel momento in cui tutto il mondo guarda con ammirazione a questi nostri grandi prodotti».
In: La Voce di Reggio, 5 febbraio 2017

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