L'universo magico di Joan Mirò


In Il Sole 24 Ore online

Fu il collezionista e mercante d'arte Ambrosie Vollard che all'inizio del ‘900 ebbe l'intuizione di lanciare i "libri d'artista", pubblicazioni che prevedevano una collaborazione tra pittori, scrittori ed editori. Alcuni di questi libri vennero firmati proprio da Joan Mirò. E non a caso. Ad appassionare il grande artista catalano era l'arte in tutte le sue espressioni. Non solo la pittura, la scultura, l'incisione o l'affresco. Ma anche la scrittura e la poetica. Tanto che i poeti che ebbero modo di conoscerlo riscontrarono in lui incontri fecondi tra il colore e il verso, il tratto e il logos.
Nel corso del suo pregnante percorso artistico, Mirò rivoluzionò di fatto il rapporto tra l'artista visivo e lo scrittore, inaugurando una consuetudine in cui il pittore prendeva parte alle emozioni del poeta e le interpretava attraverso il linguaggio dell'arte. Ne scaturivano veri e propri "libri d'artista", appunto, in cui l'illustrazione diventava un percorso soggettivo complementare al pensiero poetico. Per conoscere meglio questa espressività dell'artista catalano, si può visitare la mostra curata da Maurizio Vanni e organizzata dalla Rete Museale della Provincia di Grosseto con il partenariato dell'APT di Grosseto, "Joan Mirò. Universi magici. Racconti fantastici di un esploratore di sogni", 200 opere tra illustrazioni di libri e grafica, esposte in quattro sedi museali della Provincia di Grosseto, fino al 17 ottobre.

La storia di una vita, quella di Joan Mirò, che si snoda attraverso le sue conquiste, le sue percezioni, le sue passioni e delusioni, i suo sogni. "Io non sogno mai di notte, ma nel mio studio sono in pieno sogno. (…) Quando lavoro, quando sono sveglio, sogno". Un modo di intendere l'arte, e di sentirla, di possederla, di interpretarla, che gli permise di comunicare con il mondo, oltre che con se stesso. "Comincio i miei quadri sotto l'effetto di uno shock che avverto e che mi fa evadere dalla realtà (…) L'inizio è tutto. È l'unica cosa che mi interessa. L'inizio è la mia ragione di vivere".
Tra le varie serie, la più interessante è sicuramente "Ubu roi". Pubblicato nel 1966 da Triade, nel libro l'artista spagnolo interpreta un testo teatrale di Alfred Jarry che narra le vicissitudini di un avido e insolente Padre Ubu e della sua crudele ricerca di giungere al potere. Considerata anticipatrice di diversi elementi alla base del Surrealismo e del Teatro dell'Assurdo, "Ubu roi" è composta da 13 tavole in bianco e nero e altrettante a colori in cui Ubu rappresenta il simbolo della meschinità umana.
Affascina, ma in modo completamente diverso, la serie "Meraviglie con variazioni", in cui un Miró surrealista ormai maturo interpreta il poema del poeta iberico Rafael Alberti. Un omaggio alla "nuova" visione della vita che l'artista catalano percepiva come giardino dove godere delle meraviglie regalate dalla natura, ma anche legata alla capacità dell'uomo di guardare le cose al di là della loro apparenza. I racconti fantastici di un esploratore di sogni erano anche questo.
Joan Mirò. Universi magici. Racconti fantastici di un esploratore di sogni
Grosseto, Museo Archeologico e d'Arte della Maremma Follonica, Pinacoteca Civica Amedeo ModiglianiSorano, Fortezza Orsini Castel del Piano, Raccolta d'Arte di Palazzo Nerucci
Fino al 17 ottobre 2010

Alessandra in:

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