Un arbitro per risolvere le liti fornitori-Gdo

Un codice di condotta che regoli i rapporti tra la distribuzione e i fornitori e la figura di un "ombudsman" che assuma il ruolo di arbitro ed eventualmente un compito investigativo. Sono scenari possibili per i singoli Stati nazionali o è necessario che sul tema intervenga Bruxelles e imponga una normativa ad hoc?
Se ne è discusso al convegno organizzato da ASS.I.CA, "La competitività dell'industria alimentare e le criticità nei rapporti contrattuali: il quadro europeo", nell'ambito di Cibus Tec alle Fiere di Parma.
"Se il nostro settore non troverà una soluzione al rapporto contrattuale tra fornitori e distributori", ha esordito Francesco Pizzagalli, presidente di ASS.I.CA, "sarà in gioco la sua stessa sopravvivenza".
Alla presenza di Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Giandomenico Auricchio, Presidente di Federalimentare, e Amedeo Teti, Direttore generale per la politica commerciale internazionale al Ministero dello Sviluppo Economico, sono state presentate le "raccomandazioni" del Gruppo di Alto Livello per il rilancio del settore agroalimentare, tra cui anche quelle che riguardano i rapporti con la Gdo.
Madi Sharma, del Comitato Economico e Sociale Europeo, ha riferito: "Vogliamo vedere contratti scritti tra fornitori e distributori che precedono le condizioni operative, l'eliminazione delle riduzioni di prezzo retroattive, l'abolizione della pratica di pagamenti forfettari per garantire l'ordine negli scaffali, l'istituzione di un arbitro che controlli i reclami e li monitori. La Gdo non esisterebbe se i fornitori non lavorassero. Dunque pretendiamo trasparenza nella filiera".
Il caso della Gran Bretagna è emblematico, perchè, dopo che l'autorità ha identificato problemi di competenza nella catena di fornitura, è giunta alla stesura di un codice di condotta. Come ha spiegato Chris Bowden, esperto legale della Competition Commission nel Regno Unito, "il nuovo Groceries Supply Code of Practice (GSCOP), che entrerà in vigore a febbraio, propone una serie di rimedi per evitare gli effetti avversi della concorrenza. Tra questi, il divieto di trasferimento retroattivo del rischio, il divieto di destiling senza base commerciale, disposizioni per la risoluzione delle controversie e conformità al GSCOP come, ad esempio, accordi sempre scritti per una maggiore garanzia per i fornitori".
Per il rispetto delle regole stabilite dal GSCOP si vorrebbe anche la creazione di un
"ombudsman" con funzioni di arbitrato e un ruolo investigativo. Bowden: "L'arbitro potrebbe ricevere reclami anonimi da parte dei fornitori e, nel caso di più reclami, aprirebbe un'indagine. Potrebbe fornire linee guida per il codice di condotta e applicare eventualmente sanzioni. Non avendo noi la facoltà di creare questa figura, abbiamo cercato a proposito un accordo con la Gdo, facendo ricorso anche al governo. Ma è ancora tutto fermo".
E' esportabile l'esperienza della Gran Bretagna? Horacio Alemàn, Vicedirettore Generale della Federaciòn Española de Industrias de la Alimentación y Bebidas, ha riferito come in Spagna "il codice di condotta non funziona, poichè i supermercati non vogliono applicarlo. E' un problema che riguarda molti Paesi europei, pertanto dobbiamo trovarvi una soluzione comune a Bruxelles".
Se ne è discusso al convegno organizzato da ASS.I.CA, "La competitività dell'industria alimentare e le criticità nei rapporti contrattuali: il quadro europeo", nell'ambito di Cibus Tec alle Fiere di Parma.
"Se il nostro settore non troverà una soluzione al rapporto contrattuale tra fornitori e distributori", ha esordito Francesco Pizzagalli, presidente di ASS.I.CA, "sarà in gioco la sua stessa sopravvivenza".
Alla presenza di Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Giandomenico Auricchio, Presidente di Federalimentare, e Amedeo Teti, Direttore generale per la politica commerciale internazionale al Ministero dello Sviluppo Economico, sono state presentate le "raccomandazioni" del Gruppo di Alto Livello per il rilancio del settore agroalimentare, tra cui anche quelle che riguardano i rapporti con la Gdo.
Madi Sharma, del Comitato Economico e Sociale Europeo, ha riferito: "Vogliamo vedere contratti scritti tra fornitori e distributori che precedono le condizioni operative, l'eliminazione delle riduzioni di prezzo retroattive, l'abolizione della pratica di pagamenti forfettari per garantire l'ordine negli scaffali, l'istituzione di un arbitro che controlli i reclami e li monitori. La Gdo non esisterebbe se i fornitori non lavorassero. Dunque pretendiamo trasparenza nella filiera".
Il caso della Gran Bretagna è emblematico, perchè, dopo che l'autorità ha identificato problemi di competenza nella catena di fornitura, è giunta alla stesura di un codice di condotta. Come ha spiegato Chris Bowden, esperto legale della Competition Commission nel Regno Unito, "il nuovo Groceries Supply Code of Practice (GSCOP), che entrerà in vigore a febbraio, propone una serie di rimedi per evitare gli effetti avversi della concorrenza. Tra questi, il divieto di trasferimento retroattivo del rischio, il divieto di destiling senza base commerciale, disposizioni per la risoluzione delle controversie e conformità al GSCOP come, ad esempio, accordi sempre scritti per una maggiore garanzia per i fornitori".
Per il rispetto delle regole stabilite dal GSCOP si vorrebbe anche la creazione di un

E' esportabile l'esperienza della Gran Bretagna? Horacio Alemàn, Vicedirettore Generale della Federaciòn Española de Industrias de la Alimentación y Bebidas, ha riferito come in Spagna "il codice di condotta non funziona, poichè i supermercati non vogliono applicarlo. E' un problema che riguarda molti Paesi europei, pertanto dobbiamo trovarvi una soluzione comune a Bruxelles".
(Immagini da www.iride.ch)
Alessandra Ferretti
In: Agrisole n. 43 del 05/11/2009
Commenti