L'auto intelligente si brevetta a Parma

Parma brevetta l'auto intelligente che intercetta i pericoli, localizza la corsia e frena da sola davanti agli ostacoli. Ma al momento sono quasi esclusivamente le case automobilistiche estere a sfruttarne le potenzialità.
Alla guida del team di 14 ricercatori impegnati nel progetto è Alberto Broggi, ordinario di ingegneria all'Università di Parma che iniziò a lavorare all'idea di "aiuto alla guida" già nella tesi di laurea. "Già nel 1998", racconta, "realizzammo il primo giro d'Italia con una Thema automatica che, grazie a due telecamere nell'abitacolo, riusciva a "vedere" di fronte a sè".
Il progetto dell'auto intelligente è cresciuto nell'ambito di Vislab, laboratorio nato dieci anni fa e divenuto ora spin-off dell'Università di Parma.
"L'obiettivo", continua Broggi, "è di avere un aiuto alla guida ed evitare le conseguenze di colpi di sonno o malori improvvisi e gli effetti di alcool o droghe. Al momento disponiamo di tre prototipi. Il primo, grazie ad una telecamera nell'abitacolo, un laser vicino alla targa e un computer nel baule, localizza cartelli stradali, la corsia di marcia, veicoli e pedoni e frena quando necessario, nel caso non lo faccia il conducente. Il secondo prototipo è pilotabile tramite un calcolatore ovvero permette di guidare l'auto attraverso un joystick non necessariamente dal posto di guida. Il terzo è un esperimento che stiamo realizzando insieme a una società di psicologi e all'ACI e consiste in un sistema di guida che monitora il conducente per analizzare gli effetti di droghe o farmaci alla guida, per esempio, se il veicolo si avvicina troppo alla carreggiata oppure ondeggia. L'applicazione di questi sistemi è molteplice e rivoluzionerà il sistema di guida: dal trasporto materiali a quello umano (ricordo che il 93% degli incidenti è conseguenza di errori umani), alla guida senza patente o per disabili, ai taxi automatici. Se le auto sapranno stare alla giusta distanza tra loro anche a velocità elevata, non ci sarà più bisogno di allargare le strade".
Ma il tasto dolente di tutta la storia sono i finanziamenti. "Quelli istituzionali", riferisce Broggi, "sono bassissimi: costituiscono meno dell'1% del budget. Tutto il resto viene dalle aziende private, per lo più straniere. A parte Magneti Marelli e in piccola percentuale il Centro Ricerche Fiat, per lo più i nostri brevetti sono finanziati e sfruttati da case automobilistiche straniere: dalle europee Volvo, Daimler-Chrysler, Volkswagen e Bosch alle americane Oshkosh, Rockwell Collins e Caterpillar. Poi lavoriamo con case coreane e abbiamo progetti in corso col Giappone. Il budget messo a disposizione, ad esempio, dalla Oshkosh per la gara di veicoli automatici "Grand challenge" è stato valutabile sui 6 milioni di dollari".
"É un controsenso che, mentre si parla tanto di fuga di cervelli, qui a Parma si studi e si brevetti alta tecnologia, i cui risultati vengono poi utilizzati dalle aziende estere. Non solo. Ma le nostre tecnologie per la guida di mezzi militari senza pilota hanno attirato l'attenzione anche del Dipartimento della Difesa Americano, per il quale lavoriamo dal 2001; inoltre siamo stati invitati al Pentagono dove abbiamo presentato i nostri sistemi di percezione per la guida automatica fuoristrada".
Intanto, Broggi è stato selezionato dallo European Research Council come uno tra i migliori ricercatori europei e riceverà un finanziamento di circa 1,8 milioni di euro per proseguire le ricerche nel campo dell’incremento della sicurezza stradale tramite sistemi di guida assistita e guida automatica innovativi.
Alessandra Ferretti
Alla guida del team di 14 ricercatori impegnati nel progetto è Alberto Broggi, ordinario di ingegneria all'Università di Parma che iniziò a lavorare all'idea di "aiuto alla guida" già nella tesi di laurea. "Già nel 1998", racconta, "realizzammo il primo giro d'Italia con una Thema automatica che, grazie a due telecamere nell'abitacolo, riusciva a "vedere" di fronte a sè".
Il progetto dell'auto intelligente è cresciuto nell'ambito di Vislab, laboratorio nato dieci anni fa e divenuto ora spin-off dell'Università di Parma.
"L'obiettivo", continua Broggi, "è di avere un aiuto alla guida ed evitare le conseguenze di colpi di sonno o malori improvvisi e gli effetti di alcool o droghe. Al momento disponiamo di tre prototipi. Il primo, grazie ad una telecamera nell'abitacolo, un laser vicino alla targa e un computer nel baule, localizza cartelli stradali, la corsia di marcia, veicoli e pedoni e frena quando necessario, nel caso non lo faccia il conducente. Il secondo prototipo è pilotabile tramite un calcolatore ovvero permette di guidare l'auto attraverso un joystick non necessariamente dal posto di guida. Il terzo è un esperimento che stiamo realizzando insieme a una società di psicologi e all'ACI e consiste in un sistema di guida che monitora il conducente per analizzare gli effetti di droghe o farmaci alla guida, per esempio, se il veicolo si avvicina troppo alla carreggiata oppure ondeggia. L'applicazione di questi sistemi è molteplice e rivoluzionerà il sistema di guida: dal trasporto materiali a quello umano (ricordo che il 93% degli incidenti è conseguenza di errori umani), alla guida senza patente o per disabili, ai taxi automatici. Se le auto sapranno stare alla giusta distanza tra loro anche a velocità elevata, non ci sarà più bisogno di allargare le strade".
Ma il tasto dolente di tutta la storia sono i finanziamenti. "Quelli istituzionali", riferisce Broggi, "sono bassissimi: costituiscono meno dell'1% del budget. Tutto il resto viene dalle aziende private, per lo più straniere. A parte Magneti Marelli e in piccola percentuale il Centro Ricerche Fiat, per lo più i nostri brevetti sono finanziati e sfruttati da case automobilistiche straniere: dalle europee Volvo, Daimler-Chrysler, Volkswagen e Bosch alle americane Oshkosh, Rockwell Collins e Caterpillar. Poi lavoriamo con case coreane e abbiamo progetti in corso col Giappone. Il budget messo a disposizione, ad esempio, dalla Oshkosh per la gara di veicoli automatici "Grand challenge" è stato valutabile sui 6 milioni di dollari".
"É un controsenso che, mentre si parla tanto di fuga di cervelli, qui a Parma si studi e si brevetti alta tecnologia, i cui risultati vengono poi utilizzati dalle aziende estere. Non solo. Ma le nostre tecnologie per la guida di mezzi militari senza pilota hanno attirato l'attenzione anche del Dipartimento della Difesa Americano, per il quale lavoriamo dal 2001; inoltre siamo stati invitati al Pentagono dove abbiamo presentato i nostri sistemi di percezione per la guida automatica fuoristrada".
Intanto, Broggi è stato selezionato dallo European Research Council come uno tra i migliori ricercatori europei e riceverà un finanziamento di circa 1,8 milioni di euro per proseguire le ricerche nel campo dell’incremento della sicurezza stradale tramite sistemi di guida assistita e guida automatica innovativi.
Alessandra Ferretti
In: Il Sole 24 Ore Centro Nord, 22.10.2008
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