Pomodoro in salsa emiliana

Gli obiettivi sono valorizzare e promuovere la sperimentazione, la ricerca e la qualità. Ma l'Associazione del Distretto del Pomodoro da industria non intende fermarsi qui. Dopo aver dimostrato di saper promuovere il dialogo tra le parti, come testimonia l'intesa sul prezzo del pomodoro raggiunta due settimane fa tra produttori e industriali conservieri, il Distretto pensa all'ampliamento e studia una serie di progetti.
Con un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro ed un export orientato soprattutto verso il nord Europa, il Distretto del Pomodoro coinvolge 5.000 lavoratori, tra fissi e stagionali.
Le aziende trasformatrici che operano nell'area sono 15: 9 a Parma, 5 a Piacenza e 1 a Cremona. Da sole hanno trasformato 1.325.367 tonnellate di pomodoro nel 2006 (Parma: 839.420 tons; Piacenza: 348.418 tons; Cremona: 137.529 tons) e 1.563.304 tonnellate nel 2007 (Parma: 925.004 tons; 463.300 tons; Cremona: 175.000 tons).
Gli ettari coltivati a pomodoro nel distretto sono pari a 19.000. Di questi, 4.000 fanno parte della provincia di Parma, 13.000 di Piacenza e 2.000 di Cremona. Le aziende agricole coinvolte sono in tutto 800, suddivise equamente tra associate AINPO, ASIPO e COPADOR.
"Al momento siamo in una fase di consolidamento, ma intendiamo ampliarci". A parlare è Pier Luigi Ferrari, vice presidente della Provincia di Parma e presidente dell’Associazione per il Distretto del Pomodoro. "Abbiamo già preso contatti con le province di Mantova e Lodi e nel lungo periodo vorremmo includere tutto il Nord Italia. L'intesa sul prezzo ha dimostrato l'efficacia di un contenitore in cui le parti possano dialogare: dopo una lunga trattativa, la partita si è sbloccata giusto in tempo perchè il mondo agricolo potesse programmare la semina. Inoltre, il risultato di 79,50 euro/tonnellata (+60% rispetto al 2007, ndr) come prezzo che gli industriali pagheranno ai produttori è apprezzabile, soprattutto se considerato in una logica di filiera. Stesso discorso vale per la questione del disaccoppiamento, per cui è indispensabile favorire il dialogo per trovare un giusto equilibrio".
Intanto, il Distretto progetta una serie di iniziative volte a consolidare la qualità e a promuoverla presso le scuole ed il grande pubblico, affrontando tematiche attuali come l'uso delle risorse idriche e la compatibilità ambientale. Problemi, questi, che vanno affrontati subito se l’industria del Nord Italia vuole mantenere la propria competitività a livello mondiale, ma che non possono venire risolti da una singola impresa.
"Tra le questioni all'ordine del giorno", riferisce Marcello Mutti, presidente dell'omonima azienda, nonchè responsabile del settore pomodoro per AIIPA, "l’utilizzo dei cascami del pomodoro. Semi e bucce possono trovare sbocco nell’alimentazione animale o nell’estrazione del licopene e nell’utilizzo della parte restante nei termovalorizzatori per la creazione di energia elettrica. Ancora, l’utilizzo dei fanghi derivanti dal lavaggio del frutto può servire sia come fertilizzante sia per creare biogas. I risparmi derivanti da un corretto funzionamento del Distretto potrebbero in parte controbilanciare i costi più bassi che talune economie emergenti possono avere al loro attivo".
Ma la competitività, secondo Mutti, è a rischio anche sotto un altro profilo: "A fronte del prezzo contrattato della materia prima e dell'andamento del dollaro, il pomodoro californiano potrebbe diventare più competitivo del nostro e l'Italia potrebbe finire per importare sempre di più dall'estero. Mi riferisco anche alla Spagna e al Portogallo. Sulla questione avrei preferito maggiore programmazione ed una progressione più contenuta ma costante del prezzo".
Carlo Basilio Bonizzi, dirigente del servizio Agricoltura della Provincia di Parma, descrive il Distretto come "sede della concertazione di una filiera forte, professionale, avanzata ed innovativa". "Vediamo positivamente", dice, "l'accordo sul prezzo del pomodoro, testimonianza della funzionalità del Distretto, e adottiamo un atteggiamento intelligentemente fiducioso nei confronti del disaccoppiamento".
Proprio in forza della propria capacità di rappresentanza, il Distretto si candida a guidare la partecipazione ai bandi per investimenti disposti nell'ambito del D.M. per i contratti di filiera e di distretto approvato dal Ministero delle Politiche Agricole che prevede una dotazione di oltre 300 milioni di euro.
Il Distretto del Pomodoro da Industria (dati 2007)
Province coinvolte: Parma, Piacenza, Cremona
Aziende agricole coinvolte: 800
Ettari coltivati a pomodoro: 19.000.
Pomodoro trasformato: 1.563.304 tonnellate
Aziende di trasformazione: 15
Fatturato: 500 mln di euro
Occupati: 5.000
Alessandra Ferretti
In: Agrisole n. 11 del 14/03/2008

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