Se il professore diventa manager


Se il problema sono i fondi scarsi per la ricerca e i pochi posti di ruolo, allora la soluzione è che sia proprio l'Università a varare la propria società.
Accade a Bergamo, dove un gruppo di ricercatori ha fondato Uniheat, il primo spin-off accademico d'ingegneria dell'Università, che si occupa di servizi di alta consulenza tecnico-scientifica e si rivolge alle imprese nel campo della termodinamica (http://www.uniheat.it/).
"In pratica", spiega il presidente, nonchè professore associato di Fisica tecnica alla Facoltà di Ingegneria, Marco Marengo (in foto a destra), "utilizziamo le nostre competenze come business. Quello che abbiamo sviluppato è un know-how molto interessante anche per le aziende. Per i nostri migliori allievi non abbiamo posti fissi all’interno dell’Università. E dopo che li formiamo magari per 4/5 anni, poi rischiamo di perdere la formazione spesa. Uniheat non intende limitarsi alla sola consulenza, che sarebbe stata comunque possibile con contratti conto terzi all’Università. Al contrario, intende proprio entrare nel mercato, grazie al nostro lavoro di progettazione, simulazione numerica, prototipazione e vendita di sistemi termici".
Uniheat conta come socio promotore sulla company Nanto Nanotechnology Transfer Organization, società di Trieste specializzata nel trasferimento tecnologico e nelle nanotecnologie. Roberto Cafagna, amministratore delegato di Nanto (in foto a sinistra), spiega: "Il gruppo di ricerca di Bergamo ci ha contattato per far parte di Uniheat. Dunque, come soci fondatori ci occuperemo non solo dello sviluppo progettuale su nanotecnologie, ma anche del business development e della commercializzazione di servizi e prodotti. Con questo progetto intendiamo avviare delle joint venture e vogliamo crescere dal punto di vista del servizio in ambito internazionale”.
A differenza di Universoft, spin-off universitario sui temi dell'ingegneristica nato nel 2006 in cui l'Università di Bergamo detiene quote di partecipazione, Uniheat è volutamente uno spin-off accademico. Vale a dire che l'Università mette a disposizione i servizi per sostenere l’attività del gruppo, ma non detiene quote di partecipazione. Che sono suddivise invece tra i ricercatori: oltre al professor Marengo, che ha assunto la carica di presidente, figurano anche gli ingegneri Stefano Zinna, direttore tecnico, Simona Tonini, e Stefano Dall'Olio. Al Team di business developer Nanto fa capo il restante 25%.
Alberto Castoldi, rettore dell’Università di Bergamo (in foto a destra), che ha siglato la convenzione proprio pochi giorni fa, commenta: “Si tratta di un segnale importante che in questo modo l’Ateneo dà sia nei confronti del proprio territorio, sia nell’ambito nazionale come dimostrazione di ulteriore competitività, dal momento che lo spin-off si occupa di tecnologie così complesse ed innovative come le nanotecnologie”.
In particolare, la “start-up company” si occuperà di cinque ambiti principali: consulenza ingegneristica nel settore delle simulazioni termiche dei sistemi complessi (aeronautica, spazio, difesa, settore navale); progettazione di componenti termici e termo/meccanici; consulenza abbinata alla distribuzione di software ingegneristici; stesura di progetti tecnico-scientifici per le imprese in ambito nazionale ed europeo; consulenza abbinata alla vendita di tubi di calore.
Al momento, Uniheat, con sede operativa a Dalmine, in provincia di Bergamo, e sede legale a Trieste, ha in cantiere già due progetti ingegneristici: l’uno con Bm Mobili in plastica di Bagnatica e l’altro con la Carlo Gavazzi Spazio di Milano. Inoltre ha avviato le procedure per l’insediamento al Kilometro Rosso, il parco scientifico e tecnologico che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori e attività di produzione hi-tech, per poter avere uno spazio proprio.
Alessandra Ferretti
In: Panorama Economy, gennaio 2008

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